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HO VISSUTO IN 9 PAESI NEL MONDO E DAL 1991 RISIEDO IN BRASILE, MIO PAESE D’ELEZIONE. IL BRASILE É PER VIVERE MEGLIO E PIÙ FELICI ED INCONTRARE REALI PRIORITA'. È PER SMETTERE DI LAVORARE PENSANDO COSTANTEMENTE A QUEI 20 GIORNI DI VACANZA ALL’ANNO INVECE DI VIVERE E LAVORARE IN UN LUOGO CHE CI SODDISFA TANTO DA NON AVER BISOGNO D’ANDARE IN VACANZA. IN ITALIA LE PERSONE VIVONO MALE E NON SONO FELICI, ALL’OPPOSTO I BRASILIANI SONO RISULTATI IN ASSOLUTO LA POPOLAZIONE CON PIÙ SODDISFAZIONE/FELICITÂ/SPERANZA NEL FUTURO. RACCONTO ESPERIENZE E COSA SUCCEDE DA QUESTE PARTI. MAGARI DECIDETE DI VENIRCI A VIVERE PURE VOI.

sabato 1 settembre 2012

LA PRIMA VOLTA A RIO DE JANEIRO

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Continuo a proporvi dei racconti di esperienze personali realmente vissute in Brasile. Sono esperienze un po fuori dall’ordinario, non necessariamente piacevoli ma che possono darvi un’idea concreta di differenti situazioni di vita reale che possono accadere in Brasile. In questo racconto vi sono esempi della violenza in Brasile, della delinquenza a Rio de Janeiro, ma anche del suo fascino unico e coinvolgente.

Io e mia moglie Josi eravamo in Italia ormai da quasi due anni provenienti da un periodo di vita in Guatemala. Stavo aspettando che mi fosse concessa la residenza permanente in Brasile in quanto marito d'una cittadina brasiliana.
C'era voluto un'enorme quantità di documenti sia miei che dei genitori di mia moglie che vivevano in Brasile, una burocrazia sfiancante, lentissima, rigida, spesso senza senso alcuno e per niente allegra. 
Vi faccio un esempio: ci veniva richiesta la dichiarazione dei redditi di mio suocero degli ultimi 5 anni.
Ma che c'entrava? Ero io che chiedevo la residenza, mica lui, cose da pazzi, meno male che mio suocero era commercialista e precisino pure.
Eravamo arrivati al traguardo finale, finalmente mi diedero la benedetta carta d'identità e potevamo trasferirci in Brasile.
 Viaggiammo in nave per via delle molte valige ma sopratutto a causa dei due cuccioloni di mastino napoletano che avevamo acquistato a Napoli prima della partenza. Appassionato della razza avevo ora intenzione d'allevarli in Brasile. Sull’esperienza del viaggio in nave leggete il post COME TRASFERIRSI IN NAVE VERSO IL BRASILE che pubblicherò tra poco.
Mi ero procurato figli di grandi campioni, bellissimi, che viste le dimensioni all'età di 4 mesi già d'allora facevano presagire i giganti che sarebbero diventati, pesavano quasi trenta chili, sarebbero cresciuti per altri 12 mesi. 
La nostra prima tappa era la città di Curitiba nel sud del Brasile dove vivevano i miei suoceri.
Si arriva al porto di Paranaguà passando accanto ad una delle più belle isole brasiliane: Ilha do Mel che all’alba fa gli onori di casa venendoti incontro come una cartolina illustrata a tre dimensioni, poi lasciandoti scivolar via ti lancia l’invito d’andarla a trovare promettendoti profumi, colori e sapori dolci come il miele dal quale prende il suo nome.
Si entra quindi in una grande baia interna con molte isolette abitate anche da ridotte popolazioni indigene discendenti da coloro che abitavano questi luoghi prima dell’arrivo dei vari ”Aghirre furore di Dio”
Paranaguà è un porto importante per il trasporto di containers e granaglie e serve anche il Paraguay che non ha sbocchi sul mare.
La cittadina ha una sua bellezza storica mantenendo ancora diversi edifici risalenti al 1600-1700, retaggio della colonizzazione portoghese. Mal conservati purtroppo molti stanno cadendo a pezzi mantenendo in piedi solo le facciate che per tenace orgoglio vogliono ancora mostrarsi al mondo. Senza più il tetto hanno gli interni rovinati su se stessi dove crescono alberi come fossero piccoli giardini, confusi senza più sapere a che tempo appartengano.
I miei suoceri ci aspettavano sulla banchina del porto quando attraccammo e dopo un'oretta eravamo arrivati a Curitiba, la capitale dello Stato del Paranà, nostra prima destinazione distante una settantina di chilometri dalla costa.
Conoscevo già la città e non mi piaceva, la destinazione finale sarebbe stata Rio de Janeiro.
Andavamo a casa dei suoceri per salutarli e lasciar provvisoriamente in custodia i due cani sino a che ci fossimo stabiliti ed organizzati a Rio.
Pochi giorni a Curitiba e dopo un viaggio in autobus di 10 ore che ci stancò come i ripetuti discorsi senz’anima della televisione che tutti siamo obbligati ad ascoltare ogni giorno stavamo già arrivando nella “Cidade maravilhosa”
La prima volta che si arriva a Rio de Janeiro si rimane a bocca aperta, la seconda pure, la decima anche, non si smette mai.
La città stupisce, incanta e meraviglia per la sua particolare modalità di vita.
E' in assoluto la più bella che conosca, come dice la canzone: “...bonita por natureza...”
Qualche giorno in hotel e poi affittammo provvisoriamente un piccolo appartamentino ammobiliato nel quartiere di Copacabana.
Non è solo la fantastica bellezza di questa città, Rio possiede un'energia, uno spirito, un'atmosfera che non ho trovato in nessun'altro luogo.
Oltre all'allegria dei suoi abitanti che si mantiene pur con tutte le difficoltà e brutture che devono affrontare (grandi sacche di povertà, quartieri degradati, violenza, criminalità, e via dicendo) la città possiede qualcos'altro che non so descrivere meglio e che mi permea ogni qualvolta ci vado.
Si vede che vi aleggiano forze arcane, magnetismi di profondi strati geologici che si spostano utilizzando le faglie continentali, quindi arrivate lì vi risiedono trovando la città confacente alla loro natura, poi risalendo dalle profondità escono dagli anfratti, dai tombini, utilizzano le gallerie del tempo ed influenzano così lo spirito degli uomini plasmandone i tratti del corpo e della mente che non possono fare a meno d’essere ciò che sono. 
Fateci una visita, lo sentirete anche voi spero.
Dal nostro miniappartamento partivamo ogni mattina alla caccia di sostanzialmente due cose: affittare una casa con giardino per andarci a vivere con i cani e trovare un locale commerciale per trasformarlo nel ristorante che avevamo intenzione di aprire.
Analizzavamo gli annunci affittasi dei giornali e poi muniti della mappa cittadina andavamo a verificare quelle offerte che ci sembravano più interessanti.
Inizialmente ci spostavamo in taxi, poi vista l'enorme vastità della città (10 milioni di abitanti con al suo interno la maggior foresta urbana del mondo) che ci procurava costi esagerati di tassametro passammo a spostarci in autobus (leggete il post: Costo dei taxi in Brasile).
Non fu niente facile.
Io il portoghese mica lo parlavo, dopo l'esperienza con lo spagnolo dovevo ricominciare tutto da capo con un'altra lingua.
Gli autobus erano vecchi, malandati e scomodi, caldi e sovraffollati. V'erano molte compagnie private di mezzi che facevano spesso lo stesso percorso: chi arrivava prima alla fermata (mal o per niente segnalata) si accaparrava i passeggeri.
Il risultato era che gli autobus correvano come pazzi, si sorpassavano con manovre da formula 1 e nelle curve si inclinavano pericolosamente con stridio di gomme.
Ma il pericolo maggiore non stava lì, bensì nella violenza e negli assalti.
Io e Josi in uno dei primi giorni in autobus eravamo stati fortunati ed avevamo trovato subito due sedili liberi adiacenti.
Dal lato del finestrino io ero completamente assorto nel guardare la città, le spiagge, il Paõ de Azucar, la baia de Botafogo. Mi volto per dire qualcosa a mia moglie e lei non è più seduta di fianco a me. Mi alzo in piedi guardandomi intorno: anche gli altri passeggeri erano scomparsi.
Era tutto irreale, che fine avevano fatto tutti quanti?
Poi una mano dal basso mi tira la camicia strappandomi da quello stato di quasi trance e vedo mia moglie distesa sul pavimento che mi sussurra: <vieni giù, vieni giù>.
Mi rendo conto allora che tutti i passeggeri erano per terra, in fondo all'autobus in piedi c'era solo un tipo che teneva una pistola puntata alla tempia di un uomo.
Sguish, sguish, in un attimo scivolai anch'io sul pavimento come un totano. Era una rapina che si concluse rapida rapida con la discesa del gaglioffo dall'autobus alla prima fermata.
Avevo appreso la tecnica dello”sguish” e  la città nonostante tutta la violenza e delinquenza non smetteva di piacermi...
Altre esperienze vissute sugli autobus di Rio de Janeiro le leggete nei posts CERCANDO CASA A RIO DE JANEIRO e ALTRA ESPERIENZA SULL’AUTOBUS A RIO

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