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HO VISSUTO IN 9 PAESI NEL MONDO E DAL 1991 RISIEDO IN BRASILE, MIO PAESE D’ELEZIONE. IL BRASILE É PER VIVERE MEGLIO E PIÙ FELICI ED INCONTRARE REALI PRIORITA'. È PER SMETTERE DI LAVORARE PENSANDO COSTANTEMENTE A QUEI 20 GIORNI DI VACANZA ALL’ANNO INVECE DI VIVERE E LAVORARE IN UN LUOGO CHE CI SODDISFA TANTO DA NON AVER BISOGNO D’ANDARE IN VACANZA. IN ITALIA LE PERSONE VIVONO MALE E NON SONO FELICI, ALL’OPPOSTO I BRASILIANI SONO RISULTATI IN ASSOLUTO LA POPOLAZIONE CON PIÙ SODDISFAZIONE/FELICITÂ/SPERANZA NEL FUTURO. RACCONTO ESPERIENZE E COSA SUCCEDE DA QUESTE PARTI. MAGARI DECIDETE DI VENIRCI A VIVERE PURE VOI.

sabato 15 settembre 2012

COME TRASFERIRSI: IN NAVE VERSO IL BRASILE

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Ecco un’altro flash di ricordi relativi a vicende Brasiliane. Qui si tratta sopratutto dei miei viaggi verso il Brasile e del mezzo più consono per viaggiare quando ci si trasferisce in un paese lontano.

 Fino a meno d’un secolo fa prima dell’uso dell’aereo gli uomini viaggiavano spostandosi a piedi, a cavallo o per nave. A volte un viaggio poteva durare settimane, mesi, anni. Questi viaggi davano il tempo d’adattarsi al cambiamento, tempo e cambiamento proporzionali uno all’altro. 
I paesaggi cambiavano con lentezza e le scene del mondo si sostituivano poco per volta. Si aveva il tempo di adattarsi per gradi a nuovi panorami e a nuove condizioni di vita. Il clima cambiava gradualmente, dal gelido Nord al torrido Equatore e viceversa attraversando tutte le sue fasi intermedie.
 Il tempo che si trascorreva nel viaggio permetteva ancor più un naturale adattamento di pensiero a nuovi stili di vita, si immaginava e ruminava sulle possibili novità d’affrontare, si valutava l’importanza della scelta e la profondità delle differenze nell’aprire un nuovo capitolo della propria vita.
 Si aveva il tempo di spogliarsi di tante consuetudini e condizionamenti, pronti ad indossarne altri nella nuova situazione. Si aveva il tempo d’assaporare l’avventura a venire. 
Quasi sempre purtroppo questa gradualità oggi non esiste più.                                                                                 L’aereo ci strappa bruscamente dalla pioggia delle fredde giornate invernali dell’emisfero Nord e dopo qualche ora ci scarica nell’aria ardente ed assolata di un paese tropicale. 
 Solo il tempo di battere le palpebre abbagliati dalla luce accecante appena oltre lo sportello dell’aereo ed eccoci immersi sudando nel mantello ardente dei tropici.                                                                                                        
E che dire dell’impatto nella nostra nuova vita di una cultura diversa, abitudini diverse, gente diversa, lingua ed odori, pensieri e morale, valori e peccati diversi?
Sì perché è questa <…la scoperta principale: quella della gente del posto, dei locali. Come sembrino fatti apposta per questo paesaggio, per questa luce, per questo odore.
 Come facciano un tutt’uno con essi… come ogni razza sia connaturata al suo paesaggio, al suo clima. Noi plasmiamo il nostro paesaggio ed esso a sua volta ci plasma i tratti del volto…>.                                                                  Scendendo dall’aereo noi affrontiamo il passaggio a questo nuovo mondo mentalmente e fisicamente impreparati, un mondo che si muove liberamente e a proprio agio al ritmo imposto dal clima e dalla tradizione.                                                                                                                                Se il nostro viaggio è per una breve vacanza osserviamo tutta questa diversità rimanendone al di fuori. 
Ma se ci siamo trasferiti per vivere in questo nuovo paese un così rapido cambiamento non è naturale e nel migliore dei casi abbiamo perso l’opportunità d’esserci “ripuliti” prima dell’immersione.

Ho avuto la fortuna di trasferirmi in altri paesi viaggiando per 6 volte in nave sulla rotta Italia/Brasile e viceversa. 

Dico fortuna perché in nave si ha la possibilità di superare gli inconvenienti appena detti. (leggete anche il post PASSAGGI NAVE”) I miei viaggi con la nave sono durati ognuno due settimane o più.  

Si trattava di navi da carico, non da crociera tradizionale beninteso, con un limitato numero di ospiti viaggianti tra i più differenti: persone di ogni nazionalità che usa normalmente la nave come mezzo di trasporto per spostarsi di quà e di là nel mondo, per andare a vivere in altri paesi, per lavorare all'estero o abitare nell'altro emisfero sei mesi all'anno.    

La compagnia marittima accettava questi pochi passeggeri non certo per ricavarci due soldini addizionali (anzi gli costavamo più del ricavato considerando le spese per l’apposito personale, cuoco, camerieri, personale delle pulizie etc.) ma per avere la priorità nei porti. Per legge marittima una nave con un certo numero minimo di passeggeri passa davanti a tutta la fila d’altre navi in rada che aspettano il loro turno per attraccare nel porto pieno. Si tratta a conti fatti di centinaia di migliaia di euro al giorno risparmiati. Geniale!                                                                                       La nave è stata anche un’ottima opportunità per conoscere persone inusuali ed interessanti con motivazioni ed abitudini non comuni. In una traversata in mare di due settimane con navi che non offrono molti svaghi, divertimenti, feste e cotillons, si ha il tempo per pensare su ciò che lasciamo e su ciò pensiamo ci aspetti, sull’importanza di ciò che stiamo realizzando mentre gradualmente giorno per giorno cambia il clima, le stelle, i venti e la posizione del sole e noi cambiamo con essi. Non possiamo far altro in mezzo al mare, possiamo solo lavorare con noi stessi, i nostri desideri e le nostre speranze, e questo è già avventura.
Vi sono altre ragioni molto pratiche per preferire viaggiare in nave nel caso di trasferimenti per lunghi periodi: il trasporto di un considerevole numero di bagagli non comporta generalmente alcuna spesa aggiuntiva (anche diverse centinaia di chili e molti colli). Questo compensa anche economicamente il maggior costo del passaggio nave rispetto al biglietto classe turistica dell’aereo. Viaggiando in nave si evitano inoltre i fastidi e tensioni del check-in, controllo bagagli e quant’altro propri degli aeroporti, tutto si svolge invece con più rilassatezza e tranquillità. Persino le pratiche del controllo passaporti all’arrivo vengono espletate dall’ufficiale di bordo mentre si beve l’ultimo drink salutando i compagni di viaggio al bar. Niente file impossibili, scocciature ed interminabili attese. E' problematico trasferirsi all'estero con animali domestici  ma anche per e con i cani  è conveniente espatriare in nave: si evita di doverli rinchiudere per ore nella cassa da trasporto nella stiva dell’aereo con l’inevitabile stress che gli comporta. Trattandosi di cani di grossa taglia la scelta nave è conveniente economicamente: si paga ad animale invece che a peso. Io mi trasferivo con i miei mastini napoletani di circa 90-100 kg. ognuno: in aereo la spesa sarebbe stata enorme, diverse migliaia di dollari, mentre in nave spendevo meno di 100 USD per cane e di giorno giravano con me al guinzaglio in coperta e mi facevano compagnia mentre leggevo al lato della piccola piscina.
 Ricordo il susseguirsi delle giornate passando ore ad osservare il mare e la linea dell’orizzonte a 360° sotto il sole equatoriale, col caldo senza sudore per il vento continuo dovuto al navigare. C’era il piacere dei lunghi quotidiani incontri con Arì, grande azionista di una banca brasiliana, compagno di viaggio ed intelligente avventuriere di 70 anni, restauratore e gallerista di dipinti di maestri dell’800, ex contrabbandiere e per passione commerciante di importanti gioielli antichi. Arì che viaggiava solo in nave, con una vecchia valigia di cuoio e lunghi capelli bianchi, aborriva il conformismo e la mediocrità di pensiero, viveva sei mesi a Rodi e sei mesi in Brasile.
Ricordo le notti in cabina di comando parlando del più e del meno con gli ufficiali di turno, bevendo caffè nell’oscurità quasi completa, senza smettere di scrutare il mare.                                                                                                  C’erano le impressionanti dimensioni della sala macchine e del motore alto 3 piani, i cilindri grandi come automobili, il rumore assordante… c’era il verniciatore che non smetteva mai, verniciava a ciclo continuo, senza soste, anno dopo anno, perché la nave era così grande e la corrosione così rapida che quando aveva finito di verniciarla tutta era già tempo di ricominciare da dove aveva iniziato. Era lavoro per chi non aveva la smania di terminare. 
E poi le passeggiate col comandante, le sue confidenze, la superstizione dei marinai, il rito al Dio Nettuno al passaggio dell’Equatore… Un giorno per passare le lunghe giornate organizzai una caccia al tesoro alla quale parteciparono tutti, equipaggio compreso. L’unica restrizione del comandante fu di non includere la cabina di comando nelle aree del gioco. Ci divertimmo.
La mattina dopo mi svelò un piccolo segreto: quando furono costruite le due navi gemelle (la “Repubblica di Pisa” e la “Repubblica di Venezia”, volute inizialmente dalla Fiat per il trasporto delle sue auto tra il Brasile e l’Italia) esisteva una legge per fomentare la marina mercantile che concedeva prestiti agevolati a lungo termine, quasi a fondo perduto per la loro costruzione. Era sufficente che le navi non superassero un certo tonnellaggio e lunghezza. Furono quindi costruite con queste caratteristiche ottenendo gli agevolati finanziamenti governativi. Però per ragioni commerciali e di sfruttamento ottimale sotto il profilo economico sarebbero state molto più lucrative se avessero avuto una stazza ben maggiore. Presto fatto: ottenuti ormai i finanziamenti tagliarono le navi nel mezzo e vi inserirono in ognuna una nuova parte centrale, saldarono i tre pezzi ed ebbero così due navi della lunghezza voluta ma che non avrebbero ricevuto gli aiuti governativi se fossero state sin dall’inizio di quella nuova stazza. Il comandante mi mostrò le linee di saldatura che correvano da una lato all’altro. Incredibile ma vero. Stavo viaggiando in una nave con protesi, rattoppata e ricucita.
A parte questo penso sia così che si debba viaggiare, e se si è pronti a trasferirsi in Brasile che importanza può avere arrivare due settimane prima o dopo? E poi non è vero che chi vale vola, chi vola vale, chi non vola è un vile...

6 commenti:

  1. Che bei racconti!
    Vorrei tanto andare in brasile in nave con il mio cane da 11kg ma la grimaldi non trasporta animali.
    Mi sapresti indicare un compagnia alternativa?
    grazie mille
    Anna

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  2. Ciao Anna, sono contento ti sia piaciuto il resoconto del viaggio, è tratto dal mio libro "Ricette Avventurose" (la pagina "Il mio libro" appena prima dei posts).
    Tempo fa un'altra persona cercava passaggi nave con il suo cane e purtroppo senza risultato. Mandate un'email alla Grimaldi richiedendo la ripresa del servizio, se siete in diversi forse lo ripristinano.

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  3. salve, mi sai dire ci di genova posso preander una navi per brasile e portare mio camper? grazie

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  4. Leonardo: leggi il post "Passaggi nave" del 09/05/2012: http://vivoinbrasile.blogspot.it/2012/05/passaggi-nave.html
    Ciao

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  5. La Grimaldi ha navi con cabine per chi viaggia con il cane (in linoleum) nel'ambitoo del Mediterraneo. Non so per viaggi in Atlantico. "Allestite con una pavimentazione in linoleum di facile ed efficace pulizia, godono di un accurato servizio quotidiano di sanificazione per garantire il massimo dell’igiene. Al fine di riservare la cabina con accesso animali è necessario selezionare l'opzione "cabina amici a 4 zampe" al momento della prenotazione. "
    Ci sono aggiornamenti?

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  6. per andare in Brasile nel 2918 con la mia Dalmata che cosa devo fare?

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