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HO VISSUTO IN 9 PAESI NEL MONDO E DAL 1991 RISIEDO IN BRASILE, MIO PAESE D’ELEZIONE. IL BRASILE É PER VIVERE MEGLIO E PIÙ FELICI ED INCONTRARE REALI PRIORITA'. È PER SMETTERE DI LAVORARE PENSANDO COSTANTEMENTE A QUEI 20 GIORNI DI VACANZA ALL’ANNO INVECE DI VIVERE E LAVORARE IN UN LUOGO CHE CI SODDISFA TANTO DA NON AVER BISOGNO D’ANDARE IN VACANZA. IN ITALIA LE PERSONE VIVONO MALE E NON SONO FELICI, ALL’OPPOSTO I BRASILIANI SONO RISULTATI IN ASSOLUTO LA POPOLAZIONE CON PIÙ SODDISFAZIONE/FELICITÂ/SPERANZA NEL FUTURO. RACCONTO ESPERIENZE E COSA SUCCEDE DA QUESTE PARTI. MAGARI DECIDETE DI VENIRCI A VIVERE PURE VOI.

lunedì 7 maggio 2012

CERCANDO CASA A RIO DE JANEIRO

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Io e mia moglie Josi stavamo cercando casa e un punto commerciale da affittare a Rio de Janeiro.
Nelle nostre città italiane la differenza tra un quartiere ed un altro non è così grande come può essere in una grande città brasiliana.
Certo, se abitate a Milano in periferia, facciamo alla Bovisa, non è come abitare in via dei Giardini dietro a via Manzoni.  La differenza non è così marcante come può essere nei quartieri a Rio de Janeiro,  tra una favela come la Rosinha o nella "Baixada fluminense" ed un quartiere della zona sud come Ipanema o Gavea. Se volete abitare in Brasile dovete far molta più attenzione ai quartieri dove andare ad abitare.
Ci sono zone dove non si va ad abitare a Rio de Janeiro a meno che non si sia trafficanti di armi o di droga.
C'è poi il problema delle distanze e del traffico: di mattina nelle ore di punta spostarsi tra una zona ed un'altra della città (10 milioni di abitanti) può voler dire 4 ore di viaggio, altrettante alla sera, non si può vivere ad ovest e lavorare ad est, cioè molti lo fanno ma hanno l'elicottero e noi per il momento avevamo solo l'autobus.
Ne io ne Josi conoscevamo Rio e quindi andavamo un po alla cieca e all'inizio perdemmo inutilmente un sacco di tempo.
Leggevamo gli annunci sul giornale e segnavamo quelli che ci sembravano interessanti: <...hei, guarda qui, c’è una casa in affitto con giardino, muro alto, sala, due camere...il prezzo è buono, andiamola a vedere...>.
Studiavamo la cartina della città, identificavamo con che serie di mezzi pubblici si arrivava sino a lì e partivamo speranzosi. 

Ore di viaggio, dico ore sugli autobus, quando arrivavamo eravamo stremati, ci guardavamo intorno e capivamo che neanche alla lontana appartenevamo a quel luogo, mia moglie mi proibiva di parlare che per lo meno non venissero tutti a sapere che ero proprio straniero, europeo addirittura, uno di quei gringos che vengono dall'altra parte del mondo per farsi spennare ed arrostire subito subito.
Non potete aver idea dove a volte capitavamo, ci facevamo piccolini sperando nel dono dell'invisibilità e quatti quatti, bassi bassi, in punta di piedi, salivamo sul primo autobus che se ne andava da lì, sotto gli sguardi di tutti ma approfittando del loro stupore e sorpresa dovuti alla fortuna di vedersi improvvisamente due vittime sacrificali che gli cadevano dal cielo. I gonzi settimanali.
Quando l'autobus ripartiva e gli eravamo ormai sgusciati dalle dita non si erano ancora ripresi dallo shock. Ci sembrava di captare i loro pensieri: <Perbacco, sti gringos stanno diventando furbi...>.
Ci trattenevamo dal fargli le pernacchie dai finestrini, prrrrr... prrrr...
Per altre esperienze vissute sugli autobus di Rio de Janeiro leggete anche i posts La prima volta a Rio de Janeiro e Altra esperienza sull’autobus a Rio
Quando tornavamo nel nostro appartamentino a Copacabana ci mettavamo in costume da bagno ed andavamo in spiaggia distante solo 200 metri. Ci sedevamo in uno dei tanti chioschi che vendevano noci di cocco fresche, ne tagliano la fetta superiore col machete, poi tanto ghiaccio e cannuccia, super! Stare seduti lì a godersi la brezza, guardare il mare e berci i nostri drinks ci ripagava dalle fatiche della giornata. Se poi aggiungete la buona musica e la vista delle ragazze che passavano in costume “filo dentale” capirete la mia delizia.
A Rio de Janeiro molti di coloro che vivono vicino alle spiagge fanno così. Tornano dal lavoro, si cambiano e scendono in spiaggia, ogni giorno, una bellezza.
Noi a Milano usciamo sul balcone di casa oppure nel mese d’agosto andiamo in gita a Lambrate ma non è la stessa cosa, non è come vivere in Brasile.
Sulla grande Avenida Atlantica che costeggia le spiagge con gli ampi marciapiedi si vedono passare ogni tipo di persone, per noi spesso abbigliate nelle forme più inusuali. In Brasile in generale le persone danno meno importanza a come si vestono che non in Italia. Nello Stato della Bahia non ne parliamo, il direttore di banca va al lavoro in ciabatte, pantaloncini corti e canottiera che nel suo ufficio si toglie appena può per mettersi comodo e ricevere i clienti importanti mentre mastica uno stuzzicadenti.
Forse solo la città di São Paulo ha lo stesso ristretto conformismo del vestirsi “per bene” simile al nostro. Non conosco Brasilia. A Rio de Janeiro invece l’esasperata cultura dell’apparenza si dirige semmai alla cura fisica del corpo. Se lo scolpiscono in palestra e facendo sport sulla spiaggia.
Ne sono orgogliosi e lo mostrano il più possibile, come gli italiani invece mostrano il  “look” alla moda di Dolcino e Gobbino abbinato a massicce dosi di gel nei capelli (o preferite il doppio petto blu del nostro psiconano nazionale?).
Rio de Janeiro ha queste due facce: è una vera grande metropoli e contemporaneamente è pure una vera città di spiagge, mare, vacanza, una tra le migliori opzioni su dove vivere in Brasile.


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